Giocare a calcio, cavalcare, tirare di scherma: per le attività sportive in cui è coinvolto il corpo, ci sembra naturale che il primo passo per imparare sia “fare”. Salire in sella, prendere in mano la spada o il pallone tra i piedi: dopo qualche regola basilare, ai ragazzi è lasciato il compito di imparare con l’esperienza. Questa pratica, però, ci sembra molto meno naturale quando si tratta di insegnare nozioni di biologia, scienze, chimica e così via. Eppure il learning by doing, la metodologia didattica dell’imparare le cose facendole, è applicabile con ottimi risultati in tutti i campi della conoscenza umana. Scopriamo di più su questa metodologia e sulle sue applicazioni.
Imparare dall'esperienza
"Se ascolto dimentico, se vedo dimentico, se faccio imparo".
Proverbio cinese
Imparare attraverso il fare, acquisendo esperienza, è tra le modalità di apprendimento più importanti nel contesto della formazione, e non solo a livello scolastico. John Dewey, fra i primi teorici del learning by doing, disse che “l’ideale di adoperare il presente unicamente come preparazione al futuro in sé è contraddittorio. Noi viviamo sempre nel nostro tempo e non in un altro: solo estraendo in ogni momento il pieno significato da ogni esperienza presente ci prepariamo a fare altrettanto nel futuro”. Questo significa che l’azione educativa deve essere innanzitutto significativa e soddisfacente per lo studente, e non fine a se stessa. Il principio dell’apprendimento per esperienza soddisfa questi requisiti: per lo studente conoscere interagendo con il mondo esterno significa elaborare attivamente delle idee, sfruttando il tempo presente e non limitarsi a ricevere passivamente delle nozioni.
Il modo in cui insegniamo ai nostri ragazzi influenza le loro capacità di apprendimento: quanto riescono a ricordare delle informazioni che ricevono ogni giorno? Edgar Dale lo ha teorizzato in un "cono dell'apprendimento":
Come si può notare, il coinvolgimento dei sensi e l'esperienza influenzano in modo importante la memoria umana.
Learning by doing, come si articola e vantaggi
La metodologia didattica dell’imparare facendo consente di apprendere non solo attraverso il “fare”, ma accompagna il momento esperienzale a una fase di pensiero e di riflessione. Gli step del percorso di learning by doing sono quattro:
Agli atti pratici, quindi, si deve accompagnare una riflessione su ciò che è stato fatto: azione e pensiero sono strettamente correlati per la buona riuscita dell’esperienza come momento formativo.
I vantaggi del learning by doing sono molteplici, ma possono essere riassunti in quattro punti:
Laboratori: un aiuto dalla tecnologia
All'interno dei laboratori didattici i ragazzi mettono in pratica in prima persona le proprie conoscenze, supportati dal docente che diventa un mentore-coah, così come abbiamo scritto all’articolo “Il mentore-coach: la nuova figura del docente”.
Dai laboratori di scienze in cui effettuare piccoli esperimenti, alle aule di biologia attrezzate con microscopi e apparecchiature tecnologiche, ma anche nei laboratori creativi per imparare le tecniche di scrittura e artistiche, i ragazzi vengono educati alla progettualità e alla socialità attraverso la valorizzazione del lavoro manuale.
Certo, non tutte le materie e le conoscenze possono essere trasferite attraverso degli esercizi pratici, ma le scuole che adottano metodologie didattiche innovative hanno sviluppato dei processi per rendere le lezioni più coinvolgenti e porre lo studente al centro del proprio percorso di studi (vedi l’articolo “La centralità dello studente: cosa significa in pratica?”).
Il learning by doing è una metodologia didattica indispensabile per preparare gli studenti ad acquisire la padronanza delle proprie capacità, inserendoli in un contesto in cui l'interazione diventa parte integrante del loro percorso di crescita.
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