L'apprendimento è un piacere: se affrontato nel modo giusto, permette di sentirci coinvolti, ci rende partecipi alla conoscenza in un modo speciale, riconosce le nostre abilità nel saper interagire e capire. Insomma, ci gratifica. Ecco perché gli studenti imparano molto di più se fanno una cosa, invece di limitarsi a studiarla su un libro di testo. Questo concetto non è una novità, ed è alla base della metodologia didattica del learning by doing che è stata adottata in molte scuole all'avanguardia. In particolare, per quanto riguarda le materie scientifiche, il miglior modo per "imparare facendo" e "apprendere dall'esperienza diretta" sono i laboratori. Scopriamo insieme come funzionano e quali competenze possono formare.
La formula del laboratorio ha origini antichissime: dal latino labor, lavoro, è uno spazio attrezzato in cui si svolge un'attività, non necessariamente scientifica, attraverso mezzi idonei e in un ambiente sicuro e controllato.
A cosa serve il laboratorio a scuola? Semplice, prende parte al concetto di metodo scientifico con cui si può analizzare la realtà: un metodo di indagine fondato sull'osservazione dei fatti e sulla loro interpretazione, attraverso un coinvolgimento diretto degli studenti. Gli obiettivi sono: incoraggiarli a porsi delle domande, indagare i fenomeni e racchiudere le conclusioni in una relazione finale, che lasci spazio al pensiero critico.
Scienze, chimica, fisica, biologia, fino alle moderne attività di coding: le materie scientifiche oggetto di laboratori dedicati sono molte. Per ciascuna di esse, il laboratorio costituisce un ambiente dove si può reperire tutta la strumentazione idonea, e dove la figura dell'insegnante assume un nuovo ruolo: ne abbiamo parlato all'articolo "Il mentore-coach: la nuova figura del docente".
La didattica laboratoriale ha lo scopo di far acquisire agli studenti conoscenze e un approccio metodologico specifico, consentendo loro di sviluppare la propria curiosità e analizzare parti del mondo con i propri occhi.
Gli studenti possono così sviluppare:
L'osservazione che avviene all'interno dei laboratori scientifici, unita alla metodologia didattica dell'approccio "learning by doing", consente un processo attivo di apprendimento durante il quale gli studenti mettono alla prova le proprie abilità. Oltre a questo, però, gli allievi possono acquisire anche delle soft skills:
Si dice che la vita sia la maestra più dura: prima ci fa l’esame, e poi ci spiega la lezione. Questo perché, nell’esperienza quotidiana, l’utilizzo delle conoscenze e il loro apprendimento non sono due fattori temporalmente separati: avvengono nello stesso momento. E se una cosa non la so, la imparo proprio mentre la faccio.
C’è solo un mondo in cui avviene una divisione temporale: la scuola. Prima si impara, poi (e non sempre) si mette in pratica quanto appreso. L’uso della metodologia “learning by doing”, e in particolare dei laboratori scientifici, serve proprio per superare questa divisione: il valore della conoscenza si misura dalla capacità di saperla applicare nel contesto reale, non solo in astratto, e di saper mettere in pratica anche le soft skills.
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